Vincitore della seconda edizione del concorso ChaimandirPerL’Arte, Massimo Volponi, poliedrico e versatile artista marchigiano, esporrà a Chaimandir le sue tele dedicate al tè nel deserto.
“… antichi e primordiali ricordi di popoli solitari uniti dal sacro rito del Tè nel deserto. Oriente ed Occidente si specchiano nel multietnico liquido…” Con queste parole l’artista riassume lo spirito della mostra che inaugura domenica 17 aprile alle ore 17 – sarà presente l’artista
L’ingresso alla mostra è libero, negli orari di apertura di Chaimandir.
Durante il periodo della mostra il pubblico potrà proporre una propria interpretazione o storia inerente all’opera o alle opere che gradisce maggiormente. A fine mostra una giuria sceglierà la più bella e decreterà il vincitore che avrà come premio un’opera realizzata appositamente dall’artista.
Massimo Volponi ha portato avanti negli ultimi anni una ricerca fondata sulla contaminazione dei linguaggi della pittura e della scrittura, sviluppando una serie di opere apprezzate per l’originalità stilistica e la valenza sociale. In particolare si distinguono, tra le varie mostre: “Dieci più dieci, fiabe a quattro mani”, “Sussurri d’Infinito”, “Ascoltare il mare”; tra le pubblicazioni ricordiamo “Barrierandia, quando piccoli particolari diventano grandi ostacoli”, libro dedicato ai problemi dei disabili nei contesti urbani. Un’opera della mostra “Di Luce d’Ombra” è presente nella collezione pubblica del Consolato Italiano a New York, realizzata in memoria delle vittime dell’11 settembre 2001, mentre un’altra opera della serie dedicata alle migrazioni è presente alla Galleria del Ministero della Cultura a Santiago del Cile.
www.massimovolponi.it
Il tè nel deserto
Siamo fatti per l’80% di acqua come il tè in cui si immerge la natura, la foglia che dona gusto e delizia … così il tè diviene l’istante in cui ricongiungiamo il nostro esistere con le nostre radici , lo stesso istante in cui potersi confrontare divenendo a conoscenza di nuovo sapere; ogni goccia di sapere in più sposta i nostri orizzonti, i nostri limiti, ampliando il nostro punto di vista. Oriente e Occidente e il tè, la più conosciuta bevanda che scorre oltre i confini dell’isolamento culturale; una bevanda semplice che non conosce limiti di tempo e di spazio, semplice come il più raffinato prodotto della civilizzazione. Quante altre conoscenze comuni esistono tra le diverse culture, quanti altri punti di contatto potrebbero nascere ampliando il sapere? Un impercettibile passo per cercare di raggiungere un’armonia di rapporti oltre la monotonia meccanica delle abitudini e la banalità delle convenzioni.
La personale di Volponi rappresenta la ricerca di immagini dove Oriente e Occidente entrano in confidenza e i due mondi accettano di comunicare per raggiungere verità oggettive attraverso una comunione che nasce dal comprendere e dal compenetrarsi, come bimbi, che grazie alla freschezza dei loro sensi , non esitano ad entrare direttamente in confidenza con il mondo che li accoglie.
Il tè nel deserto vuole essere il luogo dove si abbandona la costosa e complicata gabbia in cui ci siamo rinchiusi, che impedisce la comunicazione con quanto si trova all’esterno, per scegliere un semplice nido che mantiene con il cielo stellato una relazione immediata, finalmente consapevoli di quanto l’eccesso di crescita possa creare all’uomo ulteriori limiti; il tè nel deserto vuole essere il luogo dove vedere riflesso in quel liquido il ricordo di una società a dimensione umana dove i prodotti non superavano la capacità dell’uomo di giovarsene secondo la sua natura e i suoi bisogni; questo rito antico e così “comune” rappresenta lo spazio dedicato “all’otium”, necessario al fiorire della bellezza della Vita e al maturare della saggezza, che è l’equilibrio armonico tra mente e corpo, l’armonia con la propria interiorità tanto più grande quando esprime l’universale.
Lella Vairo